31 Ottobre
di MARIAGRAZIA TESCHI
CREMONA La danza non è esibizione di tecnica o di bellezza del corpo. La danza è manifestazione intima del proprio essere, accettazione del limite e della creatività, espressione generosa che permette di arrivare al cuore e alle emozioni di chi guarda. Questo è successo ieri sera al Ponchielli in occasione di Kontrastinscena, performance di danza soprattutto, ma anche di recitazione, canto, musica e immagini a fare da filo conduttore al grande tema dei contrasti, dai più semplici ai più complessi: ricchezza e povertà, amore e odio, alto e basso, vecchiaia e gioventù, buio e luce, lento e veloce. Lo spettacolo — frutto della collaborazione tra un gruppo di ragazzi e ragazze con disabilità residenti presso la struttura e un gruppo di giovani artisti della compagnia PosaInOperaBallet —ha messo in scena un percorso creativo
originale e molto emozionante che ha saputo valorizzare le diverse abilità del protagonisti.
«La disabilità non è una barriera, ma una abilità differente», ha detto Francesco Boccali, presidente di Fondazione Sospiro. «Il contrasto tra le emozioni fa parte della nostra quotidianità. Quello che vedrete sul palco è l’essenza dei contrasti che permea le nostre esistenze e supporta le abilità degli ospiti, ed è insieme quel veicolo di inclusione sociale che ci sta tanto a cuore», ha concluso. Ai ringraziamenti rivolti all’intero staff a cominciare dagli ideatori della serata Ezio Grassi e Elisa Mantovani operatori dei laboratori e Paola Posa direttore artistico di Teatrodanza, si è unita l’Assessore alla trasparenza e alla vivibilità sociale Rosita Viola che ha portato i saluti del sindaco, lodato il progetto e esortato a lavorare per abbattere tutte le barriere. Hanno preso la parola anche Simone Zani responsabile del progetto cascina
SanMarco di Tidolo, impresa agricola e sociale nata in seno a Fondazione Sospiro specializzata nella coltivazione e nella lavorazione di frutta che impegna ogni giorno una cinquantina fra ragazzi e operatori
di campo e chi quel progetto lo ha reso realizzabile ovvero Oreste Scanzi e Franca Spallarossa che grazie a un gruppo di imprenditori coraggiosi e illuminati riuniti attorno a ‘I bambini delle fate’ a quello come ad
altri progetti riescono ad assicurare un futuro senza nubi.
Poi occhi e applausi sono stati tutti per Luca, Camilla, Emanuele, Francesca, Kevin, Giuditta, Rocco, Gloria, Gianfranca, Marta, Serena, Michael, Martina, Emanuela, Milly, Jacopo, Matteo, Gloria, Valentina,
Sebastiano, Federico, Lorenza
A loro è toccato dare vita a quadri e momenti ora seri e riflessivi, ora leggeri e autoironici. Iniziata nel 2015 in modo costante e continuativo, la collaborazione di cui ieri sera si sono visti i grandi risultati ha permesso al gruppo di partecipanti di incrementare gradualmente le capacità espressive e relazionali. Il successo della serata, gli applausi, gli occhi lucidi e l’emozione della platea ha consacrato il debutto in palcoscenico di ‘nuovi talenti’. Saper ascoltare le sensazioni e quello che il corpo ci racconta è fondamentale, il saper relazionarsi con un altro corpo è anch’esso necessario. Per qualcuno, ieri sera, è stata un’esperienza tanto importante quanto nuova.
articolo tratto da La Provincia del 14 ottobre 2018
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