26 Settembre
SOSPIRO — Cascina San Marco diventa un’azienda agricola sociale per la produzione di frutta e confetture. A gestirlo e a lavorarci giovani affetti da autismo. E’ questo il progetto ‘0-30 passi da gigante’ attivato da Fondazione Sospiro con il sostegno economico di alcune imprese che è stato presentato ieri pomeriggio presso la struttura di Tidolo. Una parte dismessa della cascina verrà recuperata grazie ad un contributo di Fondazione Cariplo. Al suo interno verranno realizzati il laboratorio di trasformazione, la cucina, il magazzino, la cella frigorifera e un atrio. Anche la parte adibita alle coltivazioni verrà ampliata di 10mila metri quadrati.
«Un sogno che si realizza» ha detto il presidente Francesco Boccali. Parole sostenute anche da Oreste Scanzi e Franca Spallarossa della Fondazione Bambini delle fate. «Si tratta di un progetto di inclusione sociale e lavorativa di soggetti affetti da autismo con il quale si offrono interventi occupazionali, finalizzati al miglioramento delle attività prelavorative e lavorative » ha spiegato il direttore generale Fabio Bertusi. Marilena Zacchini responsabile del progetto ha raccontato alcune esperienze lavorative di ragazzi affetti da autismo attivate in questi anni.
Fausto Ghisolfi architetto che si occupa del recupero di cascina San Marco ha spiegato che verrà effettuato un intervento strutturale per 350mila euro. Il piano terra verrà adibito a zona di confezionamento, mentre al secondo piano verrà ricavata una zona polifunzionale per riunioni e meeting. Amedeo Materossi agronomo ed esperto dell’intervento agricolo ha spiegato che verrà realizzato «un frutteto di venti filari di more, lamponi, ribes rosso e mirtilli. Ci sarà poi l’orto con tanto di serra». Alla presentazione erano presenti il sindaco Paolo Abruzzi, don Federico Celini, don Giacomo Ghidoni e don Maurizio Lucini. Il progetto intende operare in tre direzioni. L’implementazione del team di transizione che intende seguire i soggetti identificati dal progetto dall’età di 18 ai 30 anni. La seconda fase di formazione, consulenze e sostegno nelle attività prelavorative e la terza si impegna, per le persone che sono uscite dal percorso prelavorativo o che già hanno una buona abilità lavorativa, ad individuare aziende capaci di accogliere persone con autismo.
da La Provincia di sabato 24 settembre – articolo di Serena Ferpozzi
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